Quella attuata da Gorgovivo è un’unione avvenuta all’insegna dell’acqua, intesa come simbolo di civiltà, come risorsa preziosa da gestire con oculatezza. Un sodalizio iniziato negli anni ’60 quando otto comuni della provincia di Ancona (Ancona, Chiaravalle, Falconara M.ma, Jesi, Monsano, Montemarciano, Monte San Vito e Senigallia) si misero insieme e costituirono il Consorzio per la costruzione dell’Acquedotto della Valle dell’Esino (C.A.V.E.): una struttura con il compito di realizzare le opere necessarie a garantire il rifornimento di acqua al territorio da loro amministrato.

Partendo dal complesso sorgentizio Gorgovivo posto sulla fascia appenninica che delimita la valle del fiume Esino, con l’obiettivo di realizzare le opere necessarie a garantire la risorsa idrica ai loro territori furono così avviati i lavori di costruzione di un imponente impianto che comprende tre chilometri di galleria, tredici pozzi, settantacinque chilometri di rete idrica, quattordici serbatoi per distribuire oltre trentacinque milioni di metri cubi di acqua all’anno.

In quel periodo di rinascita dagli eventi bellici e di sviluppo non solo industriale, l’acqua era una risorsa essenziale per le nostre comunità, che assistevano alla rapida crescita di nuovi quartieri nelle città, di nuovi insediamenti artigiani e industriali. Le condizioni di vita stavano migliorando, tutti avevano le stesse opportunità su qualsiasi territorio vivessero; erano tempi di ottimismo e di fiducia nel progresso continuo, e il progresso si identificava anche nell’acqua corrente che arrivava nelle case o nell’energia, che consentiva a tanti piccoli imprenditori di avviare la loro attività. E, in effetti, fu proprio agli inizi degli anni ’70 che Ancona e molti comuni della provincia diedero il via alla costruzione e alla gestione della rete del gas metano.

Con un’esperienza rara per le Marche, in quel periodo i comuni seppero guardare oltre i propri confini per dar vita al Consorzio, una struttura sovracomunale di governo delle risorse territoriali, che fra il 1970 e il 1979 passò dai progetti di studio per lo sfruttamento della sorgente, alla realizzazione delle opere di captazione, particolarmente difficoltose per il meccanismo stesso delle sorgenti.

Si ricorda che il Consorzio era proprietario degli impianti e delle reti di adduzione e distribuzione dell’acqua e del gas metano, delle reti fognarie che raccolgono gli scarichi da insediamenti civili e produttivi, degli impianti di depurazione delle acque reflue, nonché degli impianti connessi ed accessori a dette reti e/o impianti, conferiti dai comuni.

Successivamente, l’Assemblea Consorziale tenutasi il 1° dicembre 2005 deliberò di approvare un percorso di riforma del Consorzio, proposto dal Consiglio di Amministrazione ai comuni consorziati che avevano eseguito il conferimento, il quale prevedeva che il Consorzio retrocedesse gli impianti e le reti del servizio idrico integrato e del metano, con esclusione delle opere di captazione, del grande trasporto iniziale e della titolarità della concessione demaniale per la captazione dell’acqua.

Dal 2000 ad oggi il Consorzio Gorgovivo è cresciuto, passando dagli otto Comuni iniziali ai venti odierni (Agugliano, Ancona, Belvedere Ostrense, Camerano, Camerata Picena, Cerreto d’Esi, Chiaravalle, Esanatoglia, Falconara M.ma, Genga, Jesi, Matelica, Monsano, Monte San Vito, Montemarciano, Morro d’Alba, Offagna, Polverigi, San Marcello e Senigallia).

Se oggi si parla delle profonde radici che Gorgovivo ha potuto diramare nel territorio, lo si può fare perché non si è costituita una fredda formula giuridica, ma una struttura e uno strumento di governo che ha sempre lavorato per la modernizzazione di quel territorio, con un percorso costante che è andato di pari passo al suo sviluppo.

SORGENTI GORGOVIVO

Il complesso sorgentizio di Gorgovivo si trova immediatamente a valle della Gola della Rossa, nel Comune di Serra San Quirico.

La sorgente costituita da numerose immissioni che dalla roccia della sponda destra vanno direttamente nell’alveo dell’Esino, è alimentata da un bacino di circa 200 km2 situato a ridosso del Monte San Vicino.

La portata complessiva delle sorgenti è intorno ai 2.000 litri al secondo.

Le opere di captazione

Dal 1970 al 1979 il Consorzio portò a termine le imponenti opere di captazione.

Furono scavati 1.600 metri di galleria, 8 camere con pozzi di roccia del diametro di 2 metri e profondità di 7, 5 camere con pozzi in roccia del diametro di 4 metri e profondità di 9.

Le operazioni si presentarono subito difficoltose per il particolare meccanismo delle sorgenti che, manifestandosi con numerose immissioni dalle grosse fessure della roccia di sponda direttamente nell’alveo dell’Esino, ponevano il problema di attingere una forte aliquota della portata complessiva delle sorgenti, senza provocare richiami della acque di fiume.

La quota di uscita della vasca di carico, posta a ridosso delle sorgenti e posta ad una quota di 156 metri sul livello del mare, permette di alimentare a gravità la maggior parte dei territori serviti.

Le opere di adduzione

Dal Comune di Serra San Quirico la condotta adduttrice realizzata in acciaio e della lunghezza di 50 Km circa, si snoda fino a fondo valle e, correndo parallelamente alla variante della SS 76, prosegue sino ai comuni di Ancona e Senigallia.

Dalla condotta principale partono le diramazioni per gli allacci con le reti idriche dei comuni serviti. Per far fronte alle necessità e migliorare i volumi di compenso a garanzia della distribuzione sono stati realizzati dodici serbatoi per una capacità complessiva di circa 45.000 metri cubi.

Finalmente, nel 1986, dopo 15 anni di lavori in cui sono stati affrontati e superati ostacoli di ogni genere, l’acquedotto di Gorgovivo, dimensionato per la portata di 1.515 l/sec., 130 mila tonnellate di acqua al giorno, entrò in funzione.

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